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IX Edizione Premio Artistico - Letterario Internazionale
"Antonio Proviero - Città di Trenta 2016"
 
 
 
 
 

 

 

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Graduatoria2013

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Comune di Trenta
Pubblica Istruzione e Cultura
VI Edizione
Premio Artistico - Letterario Internazionale
“Antonio Proviero – Città di Trenta” 2013
 
Elenco Finalisti
 
Sezione A – Poesia inedita in italiano
 
1 Porte e stagioni – Flavio Nimpo di Cosenza
Per la capacità di rendere, in chiave simbolica, il senso dell’esistenza, nella ricerca del sé e dell’altro. Per il volo verso la ricerca di certezze, trovate e poi smarrite, nello svanire iridescente della corporeità che si fa anima in fuga.
 
2 Sopravvissuto – Rita Mantuano di Piane Crati (CS)
Per il messaggio che la memoria salva la vita, rinsalda i legami, ha il colore blu del cielo.
 
3 Eterno viandante – Alessandro Corsi di Livorno
Per la scelta di segnare con i versi la metafora del viaggio, attraverso un lessico armonico che caratterizza l’intera riflessione. Una chiusa disarmante che ridona alla memoria un quadretto di vita vissuta che può appartenerci
 
Sezione B – Poesia inedita in vernacolo
 
1 Iooo Iooo – Carla Curcio di Castrolibero (CS)
Un saliscendi vorticoso e divertente tra le grandi debolezze e le effimere virtù umane. A compierlo è un asino, anzi “nu cicciariellu” che ascolta, non visto, quanto di più inutile e più reale riescono a produrre uomini e donne del nostro tempo. Un’ironia amara attraversa l’intero componimento che si rivela divertente e realista. Il tutto calato in un vernacolo che viene splendidamente usato finanche dall’asinello. Le conclusioni sono inevitabili e pongono l’animale (umile e sottovalutato) al centro dell’unico universo degno di essere considerato e salvato.
 
2 Ricuardi – Angelo Canino di Acri (CS)
Un meraviglioso viaggio a ritroso nel tempo, compiuto a bordo di una lacrima che racchiude al suo interno dolore, nostalgia e una grande forza che ha permesso ad una certa generazione di sopravvivere a gravi ingiustizie sociali. La guerra, i padroni, la fame, l’analfabetismo e poi finalmente la pace, il riposo, l’agiatezza e la possibilità di raccontarsi ai nipoti. Una vita racchiusa in un viso abbellito dalle rughe e dalla sofferenza. Un eterno fermo immagine descritto avvalendosi dell’arma bellissima e devastante del vernacolo acrese.
 
3 Difficili je – Giuseppe Bellanca di San Cataldo (CL)
I rapporti generazionali che cominciano con grandi difficoltà e che si concludono con un’accorata preghiera all’Altissimo affinchè questi tempi difficili, fatti di incomprensioni e di incomunicabilità, passino in fretta. E così l’autore quasi si ritira in un tempo passato, quando il parlare restava una delle poche certezze e un’infinita ricchezza. Merito dell’autore è quello di usare la musicalità del vernacolo sconfinando nella dolcezza senza farla diventare insopportabile ed inutile retorica.
 
Sezione C – Poesia inedita ragazzi
 
1 Mare d’autunno – Giovan Battista Cretella di Cosenza
L’estate è appena finita. Il mare si riprende lentamente il suo spazio fin dove può; Quest’atmosfera è apparentemente triste, se si pensa all’impatto con l’uomo, ma fra le righe di questi versi si vede il mare riprendere fiato accogliendo il verso dei gabbiani, l’acqua calma e pulita, come felice. Il mare conosce chi non lo aggredisce. La trasparenza è unica, la temperatura mite al punto da rendere l’acqua ondulata avvolgente e piacevole da osservare sotto il tipo cielo bigio della stagione autunnale. Sul finire ci si ritrova invasi da una travolgente sensazione di mestizia dando risalto a come il mare sa offrire emozioni stupende.
 
2 Ricordi d’Amore – Lorena Apuzzo di Rende (CS)
La morte dolorosa di una persona cara, le delusioni amorose, amicizie che nascono, finiscono o durano con il passare del tempo, la depressione e la malinconia di chi vive un “rapporto a distanza”, questi e altri temi importanti coglie l'autrice con delicatezza e profondità, anche quando i protagonisti sono ancora dei bambini. L'introspezione psicologica è propria del racconto che rappresenta molte sfumature e attenzioni. Riflessioni sul tempo, la vita, i rapporti tra le persone e i loro sguardi interiori, percorrono tutta la vicenda. Non c'è pesantezza, lentezza nella trama, niente è fuori luogo. L'insieme che si crea è d’intensa armonia.
 
3 Coscienza - Bernadette De Rose di Mendicino (CS)
Le figurazioni sono dolci e delicate, mostrano tutta la nostalgia e la malinconia degli argomenti trattati. Coinvolgente la similitudine con sostanze chimiche in grado di dar luogo a reazioni di esplosione. L’astratto è lieve, ben definito e particolare. Impulso maturo e coinvolgente.
 
Sezione D – Narrativa inedita ragazzi
 
1 Il ticchettio della cultura – Rosa Francesca Ciardullo di Dipignano (CS)
La bellezza ed il fascino delle parole come unguento per i mali dell’anima; la lettura come potente e magico mezzo di evasione dai disagi familiari; il riscatto sociale attraverso la cultura. Un racconto di straordinaria freschezza che, in un impianto narrativo solido ed originale, palesa il suo valore per creatività compositiva e qualità espressiva. In un sottile e fine gioco di luci ed ombre, l’Autrice propone una narrazione emozionante, sincera e matura, sia nelle scelte stilistiche, che in quelle lessicali, ricca di versi fortemente icastici, pervasi da soffusa musicalità, le cui note riescono a toccare le corde segrete del cuore.
 
2 Chi combatte con forza – Giorgia Granata di Rende (CS)
Il referto di un medico ribalta il mondo di una famiglia e cambia completamente le serrature alle porte della vita dei suoi componenti. La malattia di Matilde è un tifone che spazza via tutto: certezze, comodità, sicurezza, equilibrio. L'autismo la imprigiona, ma i genitori decidono di combattere, per tentare di liberarla. Un racconto crudo, struggente, sofferto che l’Autrice ci regala attraverso una prosa densa e appassionata, in un vorticoso susseguirsi di immagini, accuratamente dipinte con l’inchiostro del cuore. Un tratto leggero, una penna che mirabilmente traccia le tappe di un viaggio, in una malattia semi-sconosciuta, che emoziona e che scuote nel profondo e consegna al Lettore, quantunque in una “normalità diversa”, la consapevolezza della sacralità della Vita.
 
3 Anime Nude – Didi Massabò di Cosenza
La vita dei migranti raccontata con delicato trasporto, attraverso due storie parallele, legate da un viaggio e da un unico, crudele destino: quella di un uomo che ha perso sua moglie e suo figlio e quella di una bimba che ha smarrito i genitori. Gli stessi occhi, la stessa rabbia, la stessa paura, la stessa disperazione, le stesse lacrime. Il tragitto verso quel futuro, tanto agognato, s’interrompe bruscamente in mare; le vite dei protagonisti, spezzandosi, si spogliano per sempre dei colori radiosi della speranza e dell’allegria. Nel teatro delle mostruosità, ancora una volta, vanno insieme in scena, tragedia ed indifferenza. Sfruttando efficaci quanto incisive immagini, il racconto miscela, con grande abilità, poesia e sofferenza; offre straordinari spunti di riflessione e diventa insegnamento ed invito al rispetto assoluto del vissuto del nostro prossimo, per il quale l’esistenza, spesso, non è narrazione fiabesca, bensì realtà cruda, violenta, dolorosa. In una ispiratissima prosa dalla profonda pregnanza di contenuto, musicalità e ritmo si fondono armonicamente.
 
Sezione E – Narrativa adulti
 
1 Sogno di una notte di fine estate – Annamaria Matera di Cosenza
Un racconto che dà voce alle cose e nel quale le cose ne approfittano per raccontare un passato lontano, ma che è ancora vivo nell’immaginazione di chi ascolta. Le parole di una antica e orgogliosa teiera, raccattata in un cassonetto della spazzatura, incuriosiscono una distinta signora che, lasciandosi trasportare dall’incredulità e da una ritrovata passione, quasi compie un viaggio a ritroso nel tempo e rivive emozioni che solo l’amore puro e vietato riesce a regalare. Tutto intorno è assordante rumore e tutto il resto è inutile vita. Come la fine dell’amore che evapora insieme al calore effimero e passeggero del thè.
 
2 Il buon carceriere – Dionigi Mainini di Fagnano Olona (VA)
L’amicizia struggente e surreale di un ragazzo con un ramo. Entrambi immobilizzati: il primo da una sedia a rotelle ed il secondo dalle radici che non lo fanno camminare, ma che comunque gli danno vita. Il buon carceriere è il padre del ragazzo: vive nell’ombra, ruba carezze, piange di nascosto le proprie lacrime. Il ragazzo ed il ramo sono nati lo stesso giorno e adesso il ragazzo si aggrappa a quel ramo che spunta dietro la sua finestra come se fosse l’unico appiglio di una vita che sta scivolando silenziosamente ed inesorabilmente via.
 
Sezione F – Libro edito
 
1 L’ultima brigantessa – Rocco Giuseppe Greco (Marco Valerio Edizioni)
Un romanzo struggente. Protagonista è l’ultima brigantessa, Maria Oliverio, Ciccilla, moglie di Pietro Monaco. La scrittura di Greco che si fonde con la voce di Ciccilla e guarda attraverso gli occhi di una ragazza prima e di una donna poi la realtà del brigantaggio calabrese. L’altra storia, quella che non compare nei testi ufficiali. Nessuno ha studiato Ciccilla a scuola, ma il suo spirito inquieto e ribelle sembra non riposare e riaffiora nelle pagine del libro che restituisce la Brigantessa ai suoi luoghi: Casole Bruzio, Spezzano Piccolo, la presila cosentina che ha combattuto e perso la sua battaglia in quell’alba lontana dell’unità d’Italia.
 
2 L’esca di Alarico – Giulio Bruno (Falco Editore)
La penna sapiente che intreccia storie e disegna i personaggi sull’asse Cosenza –Rende, area urbana che si scopre nuova e piena di misteri. L’esca di Alarico di Giulio Bruno segue l’indagine del commissario Luca Giannitteri e del suo amico Federico Marcillei scavando in codici inconprensibili tra cronaca, ricerca e tecnologia. Il rapimento di un bambino pretesto letterario per un affascinante viaggio nei luoghi di sempre osservati da una prospettiva altra, quella di uno scrittore che vuole tenacemente andare oltre l’apparenza
 
3 Istruzioni per distruggere il vento – Daniel Cundari
E’ la ricerca delle parole che sorprende ed incuriosisce nel libro di Daniel Cundari “Istruzioni per distruggere il vento”. Lo stile che è contaminazione tra narrativa e poesia riesce a far percepire il rumore dei sentimenti. Curato nei particolari è esercizio per una letteratura che sperimenta nuovi percorsi caratterizzando pagine originali
 
Sezione G – Libro illustrato
 
1 Una vita da somaro – Daniela Valente (Coccole Books)
La parola e l’immagine, l’una a completamento dell’altra. Una penna agile e fluida che racconta una storia autentica. Le stagioni della vita che, teneramente e naturalmente, si incontrano. Una vita da somaro come esempio del sacrificio che ricompensa, del silenzio che redime, dell’amorevole ed intramontabile legame tra il nonno ed il suo nipotino. La forza ed il coraggio, l’avventura e le pagine che prendono colore introducono in quel mondo dei ricordi di cui non si è mai sazi, in quegli angoli genuini ed innocenti che stuzzicano la fantasia. Un’opera completa, che parla ai più piccoli come ai più grandi. Eccellente è la capacità di conciliare i personaggi con il linguaggio. Il mondo a cui guarda un somaro insieme ai suoi bambini e la curiosità di chi sa assaporare l’essenza della vita.
 
PREMI SPECIALI DELLA GIURIA
 
MIMMO GANGEMI
 
Per aver scelto la scrittura come impegno sociale oltre che culturale, attraverso narrazioni originali, personaggi pregnanti la cui intensità segna la memoria dei lettori in modo indelebile. Attraverso trame avvincenti e descrizioni autorevoli e autentiche, la rappresentazione si fa cronaca, il racconto si offre nelle nobili vesti della verosimiglianza. La scrittura di Gangemi è forte e costitutiva di un modello linguistico di notevole spessore, i suoi libri sono vere e proprie epopee e i protagonisti si riconoscono come simboli che definiscono il contesto, metafore che si fanno realtà concreta e realtà che diventano esemplari. Non mancano echi poetici in un linguaggio spesso consistente e duro, per i temi scelti.
 
MAX MAZZOTTA
 
Se l’arte diventa un modo per rappresentare un disagio, se l’arte usa l’ironia per tratteggiare caratteri e situazioni che sono in ognuno di noi anche se non sempre emergono con costanza e puntualità, se l’arte deve indurre alla riflessione, a produrre pensieri un po’ più profondi dell’immane banale che ci circonda e ci avvolge, allora l’arte assume le sembianze nobilmente clownesche di Max Mazzotta. Uomo di teatro prim’ancora che di cinema, Max Mazzotta si muove sul palcoscenico della vita usando, sfruttando e investendo sul suo corpo, sulla sua presenza scenica che non può passare inosservata in nessun contesto. Il suo volto irripetibile è capace di attrarre a sé l’attenzione dello spettatore e in questa fase subentra il suo innato talento e la sua capacità di rendere simile a noi quello che altri artisti vogliono far apparire qualcosa di irraggiungibile. Uno dei pregi maggiori di Mazzotta è proprio quello di ridurre al minimo le distanze tra la vicenda rappresentata e lo spettatore: Max ci attrae a sé, ci fa sentire parte della storia, ci ritaglia uno spazio nel quale ci sentiamo utili e partecipi. Qualche mese addietro è uscito nelle sale cinematografiche di tutta la penisola la sua opera prima “Fiabeschi torna a casa”, nella quale Mazzotta riprende il discorso interrotto anni fa nel film “Paz”. Il suo personaggio nel primo film era poco più che tratteggiato, mentre adesso assurge al rango di protagonista assoluto. Un protagonismo che però deve condividere con la location scelta per girare ed ambientare il film. Ed è proprio per questo che il Premio Proviero, da sempre attento a quanto accade nel nostro comprensorio, ha deciso di conferire questo riconoscimento a Max Mazzotta. Infatti il regista e attore cosentino ha pensato bene di ambientare la storia in un paese immaginario che però nella realtà ha ritrovato in vari siti e tra questi non mancano alcuni paesi della presila. Splendidi scorci presilani irrompono con prepotenza e delicatezza sul grande schermo offrendo uno sfondo che sembra magico ed incantato per quanto invece è triste e quasi rassegnato. Max ha saputo trovare quella vena artistica ed eterna che serpeggia nei nostri vicoli e nelle nostre piazze immortalandola in una storia che è inventata solo per caso. Questo premio è dedicato a Max Mazzotta, al suo coraggio, alla sua intuizione di valorizzare zone dimenticate, alla sua idea di ricreare una vita e calarla in una zona in cui la vita l’hanno resa accessorio e fronzolo di altre esistenze.
 
MASSIMO CANDELA
 
Per il miglioramento della qualità dei servizi che ha saputo offrire, nell’arco di poco tempo, presso l’Unità Operativa che dirige e per aver favorito la crescita delle competenze e lo sviluppo della professionalità, attraverso la valorizzazione del merito dei suoi collaboratori, la trasparenza dei risultati e delle risorse impiegate. Ma soprattutto per aver maturato la scelta di continuare ad esercitare nella sua regione, in tempi difficili per la Sanità, ponendo sempre al centro della sua attività il paziente e le sue esigenze, attraverso moderni paradigmi professionali quali la vision e la priorità; la condivisione e la sostenibilità; i bisogni umani e la epistemologia; l’olismo e la multidimensionalità.
 
FELICE NATALINO
 
Il calcio è una miniera infinita di storie, una vena inesauribile di sfide più o meno vinte. Felice Natalino racchiude nella sua brevissima carriera, storie e sfide che ne fanno un caso unico. Cresciuto nelle giovanili del Crotone, arriva prestissimo all’Inter in comproprietà con il Genoa. L’esordio in serie A è quasi ovvio e arriva puntuale il 28 novembre 2010, ad appena 18 anni, nella sfida Inter-Parma, vinta 5-2 dai nerazzurri. A farlo esordire è l’allenatore Rafa Benitez, che lo inserisce al posto di Santon. Una settimana dopo esordisce in Champions League contro il Werder Brema, subentrando ad un monumento come Javier Zanetti. Una carriera velocissima che lo porta a Verona prima e a Crotone poi. Intanto veste la maglie di tutte le Nazionali di categoria (dall’Under 15 all’Under 19). L’Inter però lo segue e lo riporta a Milano. E qui comincia il suo calvario fatto di ospedali, visite, medici e, nel febbraio scorso, anche di un intervento chirurgico in seguito ad una crisi cardiaca. Gli viene riscontrata una forte aritmia cardiaca e quindi non può svolgere più l’attività agonistica. Solo in seguito si saprà che Felice è affetto da Cardiomiopatia Aritmogena, ovvero la stessa malattia che ha portato alla morte Piermario Morosini. E proprio a Morosini Natalino sembra legare il suo nome visto che l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) gli ha appena consegnato una borsa di studio in marketing sporting. Questo riconoscimento forse non aggiungerà nulla alla fin troppo breve carriera di Natalino, ma vuole solo essere un segnale che giunge dalla sua Calabria affinchè si capisca quanto importante sia la vita, di quanto fondamentale sia lo spirito con il quale la si affronta e con il quale le difficoltà debbano essere superate. La sua forza e la sua disponibilità a continuare a sorridere emerge fortemente leggendo il Twitter con il quale ha annunciato il suo ritiro: "Resta l'onore di aver giocato con dei campioni come Samuel Eto'o". L’umiltà con cui si era approcciato alla sua carriera garantisce sul fatto che la vita per lui continuerà nella maniera più giusta ed equilibrata che gli si possa augurare.
 
 
 
 
 

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